Dalla Svizzera l'antidoto alla diffidenza
Un nuovo studio dell'Università di Zurigo ha scoperto i centri responsabili della sfiducia e il modo per inibirli
Pubblicato il 22/05/08 in
Scienze e tecnologieC’è chi si affida al prossimo e c’è chi invece è ben restio ad accordare la propria fiducia.
La scoperta stranamente non arriva dagli Stati Uniti – particolarmente prolifici di ricerche bizzarre – ma dalla Svizzera. I ricercatori dell'
Università di Zurigo hanno identificato i centri cerebrali che vengono attivati da un tradimento della fiducia e sono riusciti a mettere a punto un “antidoto” alla diffidenza. Attraverso la somministrazione di
ossitocina, scoperta 3 anni fa dalla stessa equipe e già nota come ormone della fiducia e dell'affetto, è possibile migliorare la vita sociale, soprattutto in presenza di disturbi neurologici quali
autismo e
fobia sociale. L’importanza dell’ossitocina è da tempo indubbia: é grazie a lei ad esempio che sboccia l'amore tra mamma e neonato, ma anche l'affetto nelle relazioni di coppia e la fiducia negli altri.
Meccanismo d’azione
Attivazione o disattivazione dell’
amigdala e del nucleo dorsale caudato, ovvero i centri cerebrali attivati dal tradimento della fiducia. Sottoposti al placebo, questi centri risultano invece ben vigili e attivi. Una chiara dimostrazione, quindi, che l'amigdala e il nucleo dorsale caudato sono i centri nervosi che ingenerano diffidenza nel prossimo. "Non a caso - ha concluso Thomas Baumgartner dell'Università di Zurigo - un tratto distintivo dei
fobici sociali è l'iperattivazione dell'amigdala che si può considerare una delle principali cause dei loro comportamenti tesi ad evitare le situazioni sociali".
Dal punto di vista olistico, quanto sopra è ancora una volta necessario ma non sufficiente a comprendere il comportamento della diffidenza. La fiducia e quindi la diffidenza, sono comportamenti derivati dall'esperienza compiuta o meno del meccanismo "bisogno > soddisfacimento del bisogno". Tali esperienze, se vissute in modo disturbato in fase di allattamento, possono generare modalità di comportamento che vanno dalla diffidenza alla paranoia vera e propria, in quanto il meccanismo a feedback ( stimolo > reazione allo stimolo > retroazione informata sullo stimolo tale da generare sensazione di soddisfazione del bisogno generato dallo stimolo ) è interrotto nel contatto oculare madre/figlio-a, nel contatto sensitivo (acustico/sensoriale) seno/bocca del/lla poppante o in entrambi.
Attualmente "l'aria che tira" nella nostra "civiltà" risente fortemente della paura di interagire col prossimo, anche perchè la nostra immaturità nel relazionarci all'altro è sostenuta da un vissuto decisamente virtuale. Non a caso, la depressione (e tutti i malesseri collegati) è oggi un disturbo in deciso aumento. La maturazione della nostra capacità di pulsare al ritmo sereno del nostro cuore fiducioso è il rimedio.