venerdì 23 maggio 2008

Fiducia & Diffidenza

Dalla Svizzera l'antidoto alla diffidenza
Un nuovo studio dell'Università di Zurigo ha scoperto i centri responsabili della sfiducia e il modo per inibirli
Pubblicato il 22/05/08 in Scienze e tecnologie

C’è chi si affida al prossimo e c’è chi invece è ben restio ad accordare la propria fiducia.

La scoperta stranamente non arriva dagli Stati Uniti – particolarmente prolifici di ricerche bizzarre – ma dalla Svizzera. I ricercatori dell'Università di Zurigo hanno identificato i centri cerebrali che vengono attivati da un tradimento della fiducia e sono riusciti a mettere a punto un “antidoto” alla diffidenza. Attraverso la somministrazione di ossitocina, scoperta 3 anni fa dalla stessa equipe e già nota come ormone della fiducia e dell'affetto, è possibile migliorare la vita sociale, soprattutto in presenza di disturbi neurologici quali autismo e fobia sociale. L’importanza dell’ossitocina è da tempo indubbia: é grazie a lei ad esempio che sboccia l'amore tra mamma e neonato, ma anche l'affetto nelle relazioni di coppia e la fiducia negli altri.

Meccanismo d’azione
Attivazione o disattivazione dell’amigdala e del nucleo dorsale caudato, ovvero i centri cerebrali attivati dal tradimento della fiducia. Sottoposti al placebo, questi centri risultano invece ben vigili e attivi. Una chiara dimostrazione, quindi, che l'amigdala e il nucleo dorsale caudato sono i centri nervosi che ingenerano diffidenza nel prossimo. "Non a caso - ha concluso Thomas Baumgartner dell'Università di Zurigo - un tratto distintivo dei fobici sociali è l'iperattivazione dell'amigdala che si può considerare una delle principali cause dei loro comportamenti tesi ad evitare le situazioni sociali".

Dal punto di vista olistico, quanto sopra è ancora una volta necessario ma non sufficiente a comprendere il comportamento della diffidenza. La fiducia e quindi la diffidenza, sono comportamenti derivati dall'esperienza compiuta o meno del meccanismo "bisogno > soddisfacimento del bisogno". Tali esperienze, se vissute in modo disturbato in fase di allattamento, possono generare modalità di comportamento che vanno dalla diffidenza alla paranoia vera e propria, in quanto il meccanismo a feedback ( stimolo > reazione allo stimolo > retroazione informata sullo stimolo tale da generare sensazione di soddisfazione del bisogno generato dallo stimolo ) è interrotto nel contatto oculare madre/figlio-a, nel contatto sensitivo (acustico/sensoriale) seno/bocca del/lla poppante o in entrambi.
Attualmente "l'aria che tira" nella nostra "civiltà" risente fortemente della paura di interagire col prossimo, anche perchè la nostra immaturità nel relazionarci all'altro è sostenuta da un vissuto decisamente virtuale. Non a caso, la depressione (e tutti i malesseri collegati) è oggi un disturbo in deciso aumento. La maturazione della nostra capacità di pulsare al ritmo sereno del nostro cuore fiducioso è il rimedio.








Piacere & Dipendenza



Interessante notizia pubblicata da ANSA il 23 Maggio. Descrive un meccanismo, in parte noto, mediante il quale, con l'intervento di un agente esterno non naturale, si innesca la dipendenza, in senso lato. Nella visione olistica ciò è parte necessaria ma non sufficiente a comprendere come il meccanismo piacere/soddifazione si inceppa, generando dipendenza. Tale meccanismo funziona essenzialmente a feedback (stimolo > reazione allo stimolo > retroazione informata sullo stimolo tale da generare sensazione di soddisfazione del bisogno generato dallo stimolo). Un aspetto fondamentale risiede nella qualità dello stimolo, in quanto esso è quasi sempre indotto, quindi soggetto a manipolazione, memorizzato e, come tale, non in contatto con la condizione reale del momento. Ciò genera confusione tra ciò di cui abbiamo bisogno e ciò che desideriamo. In questo punto l'intervento di un agente esterno tossico può interrompere il meccaniso succitato generando dipendenza perchè non desideriamo ciò di cui abbiamo bisogno.

martedì 6 maggio 2008

Libero arbitrio, livello di coscienza, interazioni di campo



















Da www.mindfields.org.uk/blog un articolo sul Libero arbitrio, in cui si afferma che tale concetto risulti essere illusorio.
Il tutto deriva da una ricerca svolta da Benjamin Libet nel 1985 e ripresa da Chin Siong ed altri (pubblicata in Neuroscienza della Natura).
Tali ricerche hanno scosso il mondo scientifico in quanto risulta che il cervello opera una scelta cento millisecondi prima che la decisione raggiunga la coscienza.
La corteccia prefrontale e quella parietale operano questa funzione, generando un ritardo utile alla messa in funzione di una rete delle zone di controllo a livello alto che preparano ad una decisione imminente prima che raggiunga la coscienza. Circa dieci secondi prima che i partecipanti a questa ricerca segnalassero la propria decisione cosciente riguardo ad un test proposto, le due zone cerebrali suddette mostravano modelli di attività correlate alle richieste del test.
Tale affermazione, per chi ricerca nel campo delle Interazioni tra campi energetici (vedi "Ricerca su Interazioni ed Interrelazioni di campo" a pg. 96 del Book IFeN su http://www.ifen.net/) non risulta poi tanto scioccante.
Da tale ricerca risulta che l'interazione tra due o più campi energetici, vale a dire tra due o più persone, viene percepita dalla corteccia prefrontale, e, di conseguenza, innesca il processo di cui sopra.